Il restauro shabby chic

Trasformare esteticamente mobili usati consente di ridar loro una nuova vita, in accordo con i propri gusti e con le proprie esigenze di arredamento.
Un lavoro che può riguardare sia la finitura del legno, sia la tappezzeria e l’imbottitura, utilizzando tecniche e materiali specifici che donano effetti particolari e reinventano e reinterpretano l’estetica di vecchi arredi e oggetti per rinnovare e dare un nuovo tocco alla propria casa.

Nata alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, la tecnica di restauro shabby chic ha preso campo grazie alla designer americana Rachel Aswell, esperta arredatrice d’interni, e consiste nell’invecchiare o antichizzare un mobile usato, conferendogli un caratteristico aspetto trasandato ma nello stesso tempo elegante.
Lo stile shabby chic può riguardare soltanto qualche pezzo d’arredamento, un intero ambiente o tutta la casa, e benché non segua delle tecniche ben precise, richiede una sapiente esperienza per creare l’effetto voluto, che, se eseguito con maestria, può anche ingannare gli esperti del legno!

Si tratta in pratica di sverniciare il mobile, trattarlo dal punto di vista della falegnameria in modo da dargli nuove caratteristiche estetiche (per esempio smussandone gli angoli e trattandolo con processi di invecchiamento ricreati appositamente), eventualmente applicarvi in alcune zone, soprattutto sui bordi, in modo disomogeneo e con piccole graffiature, cere colorate per creare un effetto “sporco”, ed eseguire una finitura che non necessariamente lasci trasparire le venature del legno (effetto più tipico del decapé), ma che soprattutto conferisca al mobile i segni dell’usura. A questo scopo, quindi, si può anche eventualmente operare una leggera abrasione delle superfici verniciate come se si trattasse di un naturale logorio dato dall’uso e dal tempo.

È possibile finire il mobile in diverse maniere, per esempio fissando il colore con una vernice trasparente, patinare la superficie con cera colorata, oppure incidere la superficie per creare un effetto screpolato (craquelé).

Utilizzato soprattutto per vecchie credenze ma applicabile a ogni tipo di mobile usato (e volendo anche nuovo), comprese librerie, cassettiere, mensole, testate del letto, sedie, tavoli e complementi di arredo come cornici, vassoi, portaombrelli (spesso a questo scopo vengono utilizzati mobili “della nonna” o trovati nei mercatini dell’usato), lo stile shabby chic implica un’accurata scelta dei colori utilizzati, di solito nei toni del bianco, del panna, del crema, dell’avorio, del grigio chiaro, del giallo “guscio d’uovo” o toni pastello molto tenui (i toni pastello più accesi sono invece tipici dello stile provenzale), che possano appunto donare quello stile “romantico” ma trasandato, ricco di fascino, all’arredamento.

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